Utilizziamo lo scanner digitale per la presa delle impronte delle arcate dentarie.
Lo scanner intraorale permette all’odontoiatra di rilevare un’impronta ottica, attraverso l’utilizzo di una fonte luminosa, e di ottenere modelli 3D del paziente senza dover impiegare cucchiai, paste (alginato, gesso, silicone o polietere) e cere di masticazione, normalmente usati nella tradizionale rilevazione fisica dell’impronta. L’impronta tradizionale è certamente poco gradita ai pazienti, per i quali rappresenta un momento di disagio.
Lo scanner intraorale opera scansioni in 3D, un processo che, attraverso una serie di complesse operazioni, permette di partire da un oggetto fisico ed ottenere una rappresentazione tridimensionale dello stesso. In sostanza, lo scanner 3D proietta sulla superficie dell’oggetto da analizzare una fonte luminosa (luce strutturata o laser); la deformazione che tale fonte luminosa subisce dall’oggetto viene catturata tramite una o più telecamere e sfruttata per il calcolo delle coordinate tridimensionali attraverso un potente software di elaborazione, in grado di gestire nuvole di punti e generare mesh.
Nonostante la complessità di questi apparecchi, rilevare un’impronta ottica è piuttosto semplice: è sufficiente introdurre la punta dello scanner all’interno del cavo orale e muoverla progressivamente al di sopra ed intorno ai denti.
Un ultimo passaggio a denti chiusi permetterà di rilevare la masticazione.